La legge n.257 del 1992 affidava alle Regioni il compito di predisporre piani di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto.

Successivamente il DM 6-9-1994 stabiliva le “Normative e metodologie tecniche di applicazione dell’art.6 comma 3 e dell’art.12 comma 2 della legge 27 marzo 1992 n.257”.

Infine, il DM 18 marzo 2003 n.101 “Regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del proprio territorio interessate dalla presenza di amianto, ai sensi dell’art.20 della L. 23 marzo 2001 n.93” conferma i compiti di mappatura già attribuiti alle Regioni.

In questo quadro la Regione Lazio, tramite la U.O.C. Centro di Riferimento Regionale Amianto - Laboratorio di Igiene industriale della ASL di Viterbo, sta realizzando la mappatura delle zone del proprio territorio regionale interessate dalle presenza di amianto e di materiali contenenti amianto (in accordo con le ultime disposizioni della Legge 23 Marzo 2001 n. 93 e del Decreto Ministeriale 18 Marzo 2003 n. 101).

La mappatura ha come finalità quella di evidenziare i siti nei quali è riscontrata la presenza di amianto, ovvero l’utilizzo di materiali che lo contengono, includendo nell’analisi i siti nei quali la presenza di amianto è dovuta a cause naturali.

La mappatura dell’amianto permetterà di acquisire i dati e le informazioni necessarie su cui basare i piani di protezione e di risanamento dell’ambiente. In particolare, tali dati risultano di fondamentale importanza per programmare gli interventi di controllo delle strutture territoriali (come i Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende USL) riguardanti sia il controllo delle condizioni di salubrità ambientale e di sicurezza del lavoro, sia la promozione della bonifica dei siti che possono rappresentare una fonte di pericolo per i lavoratori e la popolazione in generale.

Il DM n.101 del 2003, prevedeva di procedere per fasi:

Il citato DM introduce, per la mappatura, due novità:

Tenendo presente l’allegato A al DM 101 del 18/03/2003, il progetto della Regione Lazio ha previsto per una mappatura complessiva del territorio regionale il censimento delle seguenti strutture:

  1. Edifici pubblici o aperti al pubblico
  2. Siti dimessi
  3. Siti estrattivi
  4. Grandi impianti industriali
  5. Impianti a pressione
  6. Edifici di privati (industriali e civili)
Il censimento dell’amianto nelle varie categorie viene effettuato in tre modalità diverse:

Al censimento dei siti segue la fase di MAPPATURA che consiste nella georeferenziazione di quei siti in cui è stato riscontrato l’amianto. Georeferenziare un sito significa individuarlo come punto su una carta geografica. Ciascun sito deve essere georeferenziato secondo gli standard SINANET (coordinate UTM, fuso 32) tramite l’utilizzo di appositi strumenti. Il passo successivo è quello di rappresentare i siti georeferenziati su mappa geografica facendo uso del GIS (Sistema Informativo Geografico).